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"VUOI GIOCARE CON ME?" QUANDO IL "GIOCO" DIVENTA STRUMENTO PERICOLOSO

“Vuoi giocare con me”?

Una richiesta di amicizia , un invito alla partecipazione ad un gioco, sembrano essere all’origine del suicidio di un ragazzino di 11 anni. La notizia ha scosso i cittadini napoletani e tutti coloro che continuano ad interrogarsi sul come, attraverso un gioco, sia possibile attuare una vera e propria istigazione al suicidio.

Il gioco in questione fa riferimento alla challenge “Jonathan Galindo”, molto conosciuta negli Usa ed approdata successivamente in Europa. Nello specifico, se si accetta la richiesta di amicizia, verrà inviato un link che propone di partecipare ad un gioco in cui vengono proposte “prove di coraggio” di livello crescente, partendo dall’autolesionismo fino al suicidio. La nuova challenge affonda le radici nel fenomeno del Blue Whale che, qualche anno fa in Russia, ha contato centinaia di vittime. Tale fenomeno designa un gioco di adescamento online articolato in una serie di cinquanta prove, attraverso le quali un tutor indurrebbe un teenager a compiere atti di autolesionismo e ad intraprendere azioni pericolose per la sua incolumità, che vengono documentate mediante smartphone e condivise in rete sui social, fino all’atto finale del suicidio.

I soggetti più a rischio sono gli adolescenti, coloro i quali attraversano una fase evolutiva costellata spesso da fragilità ed insicurezze. Tale fenomeno ci conduce a riflettere sui rischi  del mondo virtuale e sugli strumenti da mettere in campo per contrastarne l’utilizzo pericoloso. Nello specifico i genitori e le agenzie educative devono collaborare per porre attenzione ad eventuali comportamenti che potrebbero indicare uno stato di malessere psicologico. Nella società attuale, il web rappresenta un’ agorà virtuale in cui sono fruibili sia strumenti utili che rischiosi per gli utilizzatori. La sfida per i ragazzi e per la comunità educante è informarsi e formarsi, pertanto potrebbe essere utile promuovere sessioni di educazione digitale nelle scuole, per rendere consapevoli gli alunni delle risorse e dei pericoli presenti nel mondo virtuale, e fornirgli gli strumenti e le competenze per intercettare e riconoscere le attività a rischio. Al contempo è necessaria un’ attenta informazione anche per i genitori affinché possano avere piena conoscenza dei fenomeni pericolosi dilaganti sul web che riguardano i giochi, ma non solo. Il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli  Psicologi, attraverso un comunicato,  ha ritenuto opportuno attenzionare tale fenomeno parlando di nuove forme di violenza ed abuso sui bambini ed adolescenti, sfruttati in modo perverso dalla comunità digitale. Pertanto “è fondamentale che si punti a fornire maggiori risorse psicologiche alle famiglie, alla scuola, alla comunità, per favorire nuove consapevolezze e sviluppare nuove competenze di vita”.

 

 

A cura di: Dott.ssa Ilda Sabatino

 

Psicologa – Psicoterapeuta