DIRITTO DI VISITA DEI GENITORI E LE SCELTE DEI LUOGHI NEUTRI AI TEMPI DEL COVID-19
La difficile situazione che stiamo vivendo a causa della pandemia del coronavirus, è ancora più marcata se si parla a riguardo di genitori che sono in fase di procedimenti di separazioni o divorzi, o per cui sono state autorizzate solo visite c.d. protette e in spazi neutri con i figli, poiché a causa dell’impossibilità di raggiungere detti spazi neutri, in questi mesi hanno potuto vedere i propri figli solo in videochiamata.
In tal senso infatti si sono pronunciati diversi Tribunali di merito, tra cui quello di Terni (Dott.ssa Velletti) che con sentenza del 30.03.2020, al fine di attuare un bilanciamento degli interessi di pari rango costituzionale, ovvero da un lato quello alla tutela della bi-genitorialità e dall’altro quello alla tutela della salute, ha deciso di autorizzare i detti incontri protetti ma con modalità da remoto, quali ad esempio video chiamate (skype ovvero con chat whatsapp, ovvero con ogni altra modalità compatibile con le dotazioni nella disponibilità degli operatori e dei genitori) previa idonea preparazione dei figli, e assicurando che sia l’operatore a mettere in contatto il padre con ciascuno dei figli, assicurando la propria presenza per l’intera durata della chiamata.
In senso conforme alle pronunce giurisprudenziali, la Legge n. 27/2020 (conversione in legge del decreto “Cura Italia”) all’art 83, co.7 bis, ha disposto che fino al 31 maggio 2020 gli incontri tra genitori e figli in spazio neutro, ovvero alla presenza di operatori del servizio socio-assistenziale, disposti con provvedimento giudiziale, sono sostituiti con collegamenti da remoto che permettano la comunicazione audio e video tra il genitore, i figli e l’operatore specializzato.
Orbene, seppure un collocamento da remoto permette al genitore di incontrare i propri figli – anche se a distanza – inevitabilmente comprime sia il diritto di visita del genitore che il diritto del bambino ad una continuità affettiva.
Nonostante le su citate restrizioni sono ormai venute meno, purtroppo molti genitori a cui è stato imposto l’incontro “protetto” sono ancora obbligati a dovere vedere i propri figli con collegamenti da remoto a causa della indisponibilità degli spazi neutri.
Lo spazio neutro - inteso come servizio che si attiva in virtù di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, a seguito di situazioni conflittuali tra coniugi, o per condanne di uno dei due genitori a causa di maltrattamenti in famiglia, abusi o violenze, ordini restrittivi verso uno dei due ex coniugi, o addirittura a seguito di procedimenti penali in corso – solitamente viene attivato dal Comune o dalla circoscrizione d’appartenenza, mediante associazioni esperte nel settore, mettendo a disposizione dei genitori dei locali “neutrali” rispetto al conflitto dei genitori, che siano accoglienti, attrezzati ed organizzati per i bambini.
Tuttavia a causa della pandemia, molti comuni italiani hanno dovuto sospendere tali servizi ma, consapevoli dell’importanza del diritto di ogni bambina e bambino di godere di una continuità affettiva - nonostante le ristrettezze legate alla diffusione del Covid – 19 - si stanno organizzando per riattivare quei servizi al fine di predisporre e garantire l’utilizzo degli spazi neutri e quindi la fattibilità degli incontri protetti tra genitori e figli.
Tra i vari comuni che si sono attivati per ristabilire tali servizi, segnaliamo l’Emilia Romagna che, con nota della “Direzione Generale Cura Della Persona, Salute E Welfare” ha fornito indicazioni operative per la corretta gestione delle attività dei servizi sociali territoriali (area tutela minori).
In detta nota infatti, seppur previsto che gli incontri protetti in luogo neutro possono essere ripresi solo se strettamente necessari e disposti dall’Autorità giudiziaria, sono state individuate le modalità e le misure da seguire per lo svolgimento degli incontri protetti in luogo neutro in questa particolare periodo (scelta del luogo, accertamento dello stato di salute del genitore e dei figli, pulizia e sanificazione dei locali e arredi o giochi dei bambini).
Questi sono i primi passi per un ritorno alla “normalità”.
A cura di: Avv. Luisa Capone