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SOSTEGNO PSICOLOGICO POST PANDEMIA, OLTRE L'EMERGENZA

È chiaro a tutti come tra le “vittime” del Covid-19 vadano annoverati anche medici e personale sanitario che hanno fronteggiato nei mesi scorsi situazioni ad alto stress emotivo, oltre ai parenti di chi ha visto nel virus un nemico fatale. La forzata non condivisione del momento del decesso è uno dei traumi di cui è necessario favorire l’accettazione.

Specificatamente per loro e nell’ottica di un accompagnamento protratto nel tempo (rispetto all’intervento “a pioggia” nella fase acuta dell’emergenza) è ora attivo #RIPRENDIAMOCIPERMANO, servizio di ascolto solidale e consulenza legale offerto da Pronto Soccorso per le Famiglie APS. Un’iniziativa che va a completare in modo mirato l’offerta di sportelli di supporto attivati durante la quarantena a livello locale e nazionale, e per la quale è tuttora aperta la selezione di professionisti.

Malessere generalizzato da lockdown da un lato, conseguenze post fase pandemica acuta dall’altro. Secondo i risultati, da poco diffusi, di un’indagine dell’Istituto Mario Negri Irccs di Milano, più del 50% degli italiani ha riportato un impatto psicologico durante il confinamento a casa dei mesi scorsi: sintomi d’ansia e depressione, con oltre il 5% di chi ha patito la reclusione a riferire disturbi “seri”. Donne, disoccupati e residenti in abitazioni piccole sono alcune delle categorie che hanno sofferto maggiormente. Se il numero verde di supporto psicologico per l’emergenza Covid-19 di Ministero della Salute e Protezione Civile è arrivato solo verso la fine di aprile scorso, è parimenti vero che in un mese e mezzo l’800.833.833 ha fatto registrare oltre 50mila telefonate, a cui vanno aggiunte quelle (non ancona censite) pervenute ai numeri di sostegno e ascolto dei singoli comuni o delle ATS (come lo sportello 02 85782797 dell’Agenzia di Tutela della Salute della Città Metropolitana di Milano).

Ma, superato il lockdown e affacciandoci alla fase 3, è molto probabile che la pandemia sia destinata a continuare a produrre conseguenze negative su due categorie ben distinte di persone, sui quali i disturbi di cui sopra hanno potenzialmente sortito un effetto più incisivo: personale sanitario/ospedaliero e familiari delle vittime, che potrebbero trovarsi a continuare a fare i conti con un vero e proprio Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) e con la necessità di un sostegno per l’elaborazione del lutto.

Guardando a questi strascichi a più lungo termine nascono iniziative come il neonato #RIPRENDIAMOCIPERMANO, servizio di ascolto disponibile dal 10 giugno scorso e messo a punto dall’Associazione Pronto Soccorso per le Famiglie APS (con il sostegno del Gruppo farmaceutico Chiesi). La finalità è appunto quella di sostenere sotto il profilo psicologico, ma anche legale, le categorie appena individuate, a livello nazionale e con particolare focus su Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Nella fase acuta di diffusione del Covid – spiegano dalla no-profit romana impegnata nel sostegno e accompagnamento a famiglie in difficoltà, nata nel 2018 da una idea dell’avvocato Viviana Callini e della psicoterapeuta Flaminia Cappellano, da sempre impegnate nel sociale – il personale in corsia ha vissuto sulla propria pelle gli aspetti più critici della pandemia, con turni massacranti e nella totale imprevedibilità dei decorsi e delle prognosi, per la “non conoscenza specifica” del nuovo patogeno e del suo trattamento. A questa impotenza professionale si è accompagnato lo stato di isolamento dei pazienti che, nel quadro peggiore, se ne sono andati lontani dai loro familiari. Anche a questi ultimi è dedicato il progetto #RIPRENDIAMOCIPERMANO, con l’obiettivo di fornire assistenza psicologica e legale visto che, come indotto di questa emergenza, sono emerse difficoltà di carattere lavorativo, economico e di gestione familiare nell’accezione più ampia del termine. 

Non un intervento a pioggia, sul momento e legato alla contingenza della fase acuta dell’emergenza, dunque, ma protratto nel tempo: il sevizio nasce infatti per accompagnare la persona gratuitamente per 12 mesi. Benché sia ancora presto per tracciare una tendenza, in questi primissimi giorni – fanno sapere gli organizzatori – sono arrivate sia telefonate sia messaggi sui social soprattutto da persone che hanno perso i loro genitori anziani anche all’interno di RSA. Al momento al progetto è dedicato un team specialistico di 23 professionisti tra psicologi psicoterapeuti e avvocati. Sono però in corso le selezioni per ricercare altre professionalità, con particolare riferimento alle regioni focus dell’iniziativa.

L’ascolto mirato è diretto a favorire l’elaborazione della esperienza traumatica e il recupero di un nuovo funzionamento nella ripresa della quotidianità; contrastare la solitudine legata alla perdita e al lutto, elaborare la perdita stessa e la separazione, così come favorire l‘accettazione di non aver condiviso il momento del decesso; sostenere inoltre legalmente le persone in difficoltà. Gli esperti dell’Associazione accolgono le richieste di sostegno al numero +39 3515644001 nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13 e nei giorni di martedi e giovedì dalle 16 alle 19. In alternativa, è sempre possibile inviare un messaggio via WhatsApp oppure tramite mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Tratto da: SONDA LIFE

15 Giugno 2020

di Filippo Nardozza,